Led Zeppelin "IV" (1972- Atlantic Records)
I Led Zeppelin sono una leggenda dell’Hard Rock sulla quale sono stati scritti fiumi di parole e elogi e sicuramente sono tutti meritati, poiché insieme alla sacra triade Hard’n’Heavy con Black Sabbath e Deep Purple, rappresenta la base sulla quale tutte le Metal bands hanno gettato le fondamenta del loro sound, dai riff ricchi di groove e fantasiosi di Jimmy Page alle vocals eteree e sensuali di Robert Plant, fino alla sezione ritmica potenta e groovy di Jones e il compianto Bonham, sicuramente uno dei batteristi più influenti della storia del Rock con gente come Keith Moon e Ginger Baker e molti altri successivi come Cozy Powell e Alex Van Halen e molti altri. Il quarto album della band è senza alcun dubbio il più completo e rappresentativo, il Sacro Graal dell’Hard Rock in quanto tale con la storicissima e anche copiatissima o coverizzatissima “Stairway to Heaven”, un brano capolavoro che nei suoi sette minuti di intensa Poesia e Magia riesce a trasportare l’ascoltatore in una dimensione altra e mistica come poche altre grandi song di quegli anni e graziata da parti vocali celestiali, potenti nella seconda parte e sinuose di Plant, il solo più bello e intenso di Page e splendidi arpeggi e riff visionari, una drumming fantasioso e pre-Metallico di Bonham e anche un bel flauto suonato da Jones. Ovviamente non staremo ad analizzare o criticare il discorso del messaggio subliminale e supposto diabolico del brano se ascoltato al contrario (capolvgendo il senso “paradisiaco” e mistico del brano in “infernale” e luciferino) e in ogni caso sembra essere più una delle tante trovate tipiche del periodo tra il promozionale e l’esoterico. Altri grandi brani sono il celebre inno “Rock & Roll” e la bluesy “Black Dog” (ottimamente coverizzata dai Masterplan tra gli altri)e l’epica e celtica/medievale dai toni Fantasy alla Tolkien e arturiani “The Battle of Evermore” con un Plant straordinario interprete. Il resto dei brani a dire il vero non sono allo stesso livelli di questi e sono delle leggere Heavy Blues songs con toni tipicamente Rock’n’Roll e anche sessuali come “Four Sticks”, la psichedelica “Misty Mountain Hop”, l’americana “Going to California” e la conclusiva “When the Levee Breakes “ con un Plant ancora sugli scudi. Potremmo dire un capolavoro a metà diviso in due facce ( e in effetti il lato A è quello davvero bello), quattro brani più memorabili e altri quattro che si tendono anche a non ricordare troppo seppur buoni e solidi, ma non così eccelsi a essere onesti. Bello l’artwork della Hipgnosis rurale e misterioso allo stesso tempo. Una caratteristica questa che la band ha sempre avuto nella sua discografia e sicuramente cosa non presente nei rivali Black Sabbath e Deep Purple dove tutti i brani erano generalmente allo stesso livello, ma ovviamente gli Zeppelin rimangono i giganti e i maestri che sono stati.
Antonio Giorgio
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